
Quanto è importante il successo? E quanto vale la propria vita e quella degli altri? Tommaso Alfieri, il protagonista, ripensa al tempo trascorso e si accorge di averlo sperperato. «Papà me lo ripeteva, e non era un rimprovero, semmai un richiamo a qualcosa di incontestabile: con te, Tommaso, è iniziata la decadenza della famiglia Alfieri; tuo bisnonno contadino, tuo nonno segretario comunale, tuo padre primario, e tu?».
Sono le parole con cui comincia il romanzo di Sebastiano Nata intitolato Memorie di un infedele (Bompiani, 2023): parole che risuonano costantemente e in sottofondo nell’animo del protagonista. Egli vede la sua situazione familiare disgregarsi a poco a poco, a causa di un impegno totale e totalizzante come dirigente della Transpay, un’azienda che lavora nel mondo bancario e finanziario: un lavoro poco soddisfacente da un punto di vista etico, ma ben retribuito.
Per Tommaso tutto è quantificato e misurato attraverso il denaro e, se da giovane il suo desiderio era diventare giornalista «per rendere intellegibile il mondo a un vasto pubblico», aveva finito per lavorare in azienda «a beneficio del malloppo». Gli eventi esistenziali diventano interrogativi pressanti: la malattia improvvisa, l’asservimento al lavoro, ma anche il dilemma della povertà, con Jolanda – una madre albanese che vive con la figlia Flora in una baracca, in un campo nella periferia romana –, la quale chiede continuamente a Tommaso soldi per andare avanti.
Questa relazione, fatta all’inizio di carità, si trasforma gradualmente, con dei toni di amicizia, di attenzione, di preoccupazione sincera per l’altro. Se il lavoro ha completamente alienato Tommaso – possiamo dire, con termini commerciali, che gli «ha comprato» la vita –, lasciandolo in una solitudine profonda, l’affetto di Jolanda e del nipotino Giovanni gli ridanno il senso profondo della vita, che, sebbene per lungo tempo sprecata, riserva ancora momenti di bellezza e di amore.
Memorie di un infedele è un romanzo che mette in evidenza i grandi temi e le forti tentazioni che la vita porta ad affrontare. Non tutte le strade conducono alla pienezza dell’esistenza; l’abbaglio di una vita che si compiace unicamente nel lavoro rischia di presentare un conto molto amaro. Nata ci rende consapevoli che anche piccole storie quotidiane possono ribaltare situazioni all’apparenza dolorose, mettendo in evidenza come l’altruismo, ossia il saper guardare negli occhi l’altro, conduca a sentieri di salvezza.