
Romano Cappelletto e Angela Iantosca raccontano le ventuno vite delle donne che «hanno avuto lo straordinario e difficile compito di sedere nell’Assemblea che, dopo la fine della dittatura fascista, della Seconda guerra mondiale e con la nascita della Repubblica, avrebbe dovuto dare all’Italia una Costituzione». Non solo. Pur essendo di differente appartenenza politica, tutte si batterono contro il fascismo attraverso la strada della resistenza.
Le Costituenti lavorarono nelle Commissioni e apportarono il loro contributo sui temi della libertà, dell’uguaglianza, della famiglia. I due scrittori si rivolgono soprattutto a un pubblico di studenti, trasportandoli nell’epoca degli anni dell’inizio del fascismo e mostrando il coraggio e la determinazione di donne come Adele Bei, Maria Jervolino, Nilde Iotti… Tutti i testi sono presentati in prima persona, con le protagoniste che raccontano le lotte per essere donne emancipate in un’Italia sotto l’imminente dittatura, così come le difficoltà a esprimersi nei partiti di appartenenza.
Bianca Bianchi si batté per i diritti dei cosiddetti «NN», quei figli di nessuno perché illegittimi e che la società condannava «a uno stato di inferiorità civile […] che li segue nelle pagelle scolastiche, nei certificati di nascita, di cittadinanza, di buona condotta». Teresa Mattei, chiamata «quella della mimosa» per l’idea di legare questo fiore all’8 marzo, racconta delle violenze e delle torture subite da parte delle SS e di come lottò, successivamente, per l’accesso alla magistratura da parte delle donne e alla stesura dell’articolo 3, pronunciandosi così in Aula: «Noi salutiamo quindi con speranza e con fiducia la figura della donna che nasce dalla solenne Carta costituzionale nazionale. Nasce e viene finalmente riconosciuta nella sua nuova dignità, nella conquistata pienezza dei suoi diritti, questa figura di donna italiana finalmente cittadina della nostra Repubblica».
Il testo ci ricorda come la Costituzione italiana sia nata grazie alla tenacia e alla responsabilità di uomini e di donne che hanno dedicato la propria vita affinché si costruisse un Paese civile e giusto, e come questa Costituzione sia stata consegnata ai posteri affinché i suoi contenuti potessero essere vissuti con responsabilità nella storia quotidiana.