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Il contesto dell’articolo. In Bielorussia è in corso da quasi due mesi una contestazione popolare pacifica, capeggiata da tre donne coraggiose. È iniziata subito dopo che il presidente Lukashenko, al potere da 26 anni, ha comunicato i risultati delle elezioni presidenziali del 9 agosto 2020, attribuendosi l’80,23% dei suffragi popolari. Svetlana Tikhanovskaja, capo della nuova opposizione, ha da parte sua dichiarato la vittoria.
Perché l’articolo è importante?
L’articolo ricostruisce la genesi dell’attuale crisi bielorussa e le ragioni delle massicce e durature proteste di piazza. La richiesta di cambiamento, portata in strada da centinaia di migliaia di cittadini a Minsk, a Hrodna, a Brest e in altri centri e ripetuta con inusuale insistenza per settimane, ha fatto emergere un profondo malcontento e una voglia di trasformazione.
L’articolo offre anche la cornice storica della crisi: l’indipendenza dall’Urss del 1991, la figura del presidente Lukashenko, definito da alcuni giornalisti internazionali «l’ultimo dittatore d’Europa», e il legame con la Russia, con la quale la Bielorussia condivide cultura, lingua e religione. La «rivoluzione popolare» in corso non lo disconosce né sembra avere come obiettivo quello di cambiare lo schieramento politico del Paese.
Per Mosca, la contesa bielorussa è molto delicata e impegnativa. Il Cremlino vuole evitare che il vicino si allontani dalla sua influenza per avvicinarsi all’Unione Europea, e mantenere comunque al suo fianco uno dei pochi Paesi rimasti fedeli allo spirito panrusso. L’Unione Europea, lacerata da divisioni interne, ha dal canto suo tenuto nella vicenda un profilo piuttosto basso e un atteggiamento ambiguo.
P. Sale osserva in conclusione che una composizione negoziale della crisi in corso sembra essere l’unica via percorribile per evitare spargimenti di sangue.
Quali sono le domande che l’articolo affronta?
- Perché il presidente bielorusso Lukashenko è definito da alcuni giornalisti internazionali «l’ultimo dittatore d’Europa»?
- Quali sono le ragioni della «rivoluzione» bianco-rossa?
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BELARUS’ RED AND WHITE «REVOLUTION»
In Belarus a peaceful popular protest has been taking place for almost two months, and headed by three brave women. The red and white «revolution» began immediately after President Lukashenko, who has been in power for 26 years, announced the results of the presidential elections held August 9, 2020, with 80.23% of the popular votes attributed to himself. Svetlana Tikhanovskaya, the leader of the new opposition, received only 10% of the votes, while several polls instead showed her to be the winner. The protests, which are repeated every Sunday, have seen millions of people participate. A negotiated settlement of the current crisis seems to be the only way to avoid bloodshed.