
|
Il Congo, un continente nel grande Continente africano
Alle 8,10 del 31 gennaio scorso il volo papale è decollato dall’aeroporto di Fiumicino alla volta dell’aeroporto internazionale N’djili di Kinshasa, capitale della Repubblica Democratica del Congo, dove è atterrato intorno alle 15,00, accolto dal Primo ministro. Da qui è avvenuto il trasferimento al Palais de la Nation, situato a La Gombe, a nord di Kinshasa, sulle rive del fiume Congo, che è la residenza ufficiale del Presidente della Repubblica.
Ricordiamo che qui, nella grande sala dei congressi, il Parlamento belga, alla presenza di re Baldovino, proclamò l’indipendenza del Congo il 30 giugno 1960. Il Papa è stato accolto dal Presidente, il sig. Felix Tshisekedi Tshilombo, conosciuto anche come «Fatshi», e insieme si sono recati presso la Salle Présidentielle, dove ha avuto luogo l’incontro privato.
Quindi sono andati presso il giardino del Palais de la Nation, dove erano presenti autorità politiche e religiose, il Corpo diplomatico, imprenditori e rappresentanti della società civile e della cultura: in tutto circa 1.000 persone. Qui il Presidente e il Papa hanno pronunciato i loro discorsi.
Francesco ha parlato del Congo come di «un continente nel grande Continente africano», un «polmone verde» dalla geografia «tanto ricca e variegata». Ma la storia non è stata altrettanto generosa: «Tormentata dalla guerra, la Repubblica Democratica del Congo continua a patire entro i suoi confini conflitti e migrazioni forzate, e a soffrire terribili forme di sfruttamento, indegne dell’uomo e del creato». Il Papa ora giunge «come pellegrino di riconciliazione e di pace».
Ha paragonato la terra a un diamante che deve recuperare la dignità della propria bellezza; il colonialismo economico e schiavizzante ha reso i suoi diamanti insanguinati. «L’Africa sia protagonista del suo destino!», ha detto tra gli applausi. «Il mondo faccia memoria dei disastri compiuti lungo i secoli a danno delle popolazioni locali e non dimentichi questo Paese e questo Continente»…