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Il contesto dell’articolo. Alcune decisioni recenti del Santo Padre hanno avuto ampia eco nei media. Esse hanno risollevato ancora una volta interrogativi e discussioni sulle risorse economiche a disposizione delle istituzioni vaticane e sulla loro corretta amministrazione al servizio delle finalità della Chiesa.
Perché l’articolo è importante?
L’articolo intende collocare questi fatti recenti e le decisioni del Santo Padre in un contesto più ampio: è bene infatti leggerle alla luce della storia, cioè dell’evolversi degli organismi deputati all’amministrazione economico-finanziaria della Santa Sede, e anche delle difficoltà incontrate e degli errori commessi.
Per questo si ripercorre sinteticamente la storia sin dal pontificato di Pio XI, e in particolare del Trattato del Laterano e della costituzione dello Stato della Città del Vaticano. Poi si delineano gli impegni assunti oggi a livello internazionale nella lotta contro il riciclaggio e il finanziamento del terrorismo, che ovviamente coinvolgono anche il Vaticano, e che hanno richiesto una vera trasformazione del sistema di vigilanza e controllo.
Infine, si insiste sulla finalità di servizio della missione della Chiesa che deve guidare e ispirare tutta l’attività degli organismi economici vaticani, con la necessaria onestà, trasparenza e prudenza. In questo senso sono state precise ed eloquenti le parole del Prefetto della Segreteria per l’economia, p. Juan Antonio Guerrero: «Non siamo un’azienda. Il nostro obiettivo non è fare profitto. Ogni dicastero, ogni ente, compie un servizio. E ogni servizio ha dei costi. Il nostro impegno deve essere quello della massima sobrietà e della massima chiarezza. Il nostro deve essere un bilancio di missione. Cioè un bilancio che mette in relazione i numeri con la missione della Santa Sede. Questa, che sembra una premessa, è la sostanza della questione».
Quali sono le domande che l’articolo affronta?
- A cosa (e per chi) servono i beni materiali della Santa Sede? E come vanno dunque amministrati?