
|
Il contesto dell’articolo. L’elezione dei 751 membri del Parlamento europeo dello scorso 26 maggio ha ridisegnato la geografia politica dell’Ue, sopportando la turbolenza sovranista. L’Europa si è risvegliata dipinta di verde, il colore dei partiti ambientalisti, mentre avanzano, senza però conquistare il Parlamento, le forze populiste, in primis quella francese di Marine Le Pen e quella ungherese di Viktor Orban. In Germania ha retto il partito della Merkel, in Francia ha tenuto Macron con la sua area liberale, nel Regno Unito è volato il Brexit party di Farage. È anche cresciuta la partecipazione degli elettori, pari al 50,4%, la più alta degli ultimi 20 anni. La chiamata alle urne, nona nella storia dell’Ue, è stata vissuta come un referendum sull’Europa, e ciò a scapito di un dibattito per riformarla.
Perché l’articolo è importante?
L’articolo si sofferma sui dati dell’esito del voto in Italia. Gli elettori italiani hanno incoronato la Lega (34,33%), stabilizzato il Pd (22,68%) e ridimensionato il M5S (17,07%). Interessante l’analisi del voto dei cattolici.
Viene inoltre spiegata l’anomalia del voto italiano, rivelatosi il più anti-europeo, rischia di isolare il Paese dal resto dell’Ue. Il voto ha incrinato il fragile «contratto di Governo» e tutto dipenderà dal nuovo rapporto di forza tra Lega e M5S e dalla responsabilità della manovra economica di autunno, sulla quale pesa anche la minaccia di una procedura d’infrazione da parte della Commissione europea.
Infine, l’articolo considera anche le caratteristiche di questa campagna elettorale e della comunicazione politica in Italia, con un breve focus sul «caso» del ministro Salvini, il «capitano».
Quali sono le domande che l’articolo affronta?
- Quali sono i possibili scenari del dopo voto?
- Come si sta riorganizzando l’opposizione politica nel Paese?
- Qual è il compito della Chiesa in questo contesto, affinché si ritrovino le radici culturali dello stare insieme e le differenze diventano un valore e non un pericolo?
***
POLITICAL SCENARIOS AFTER THE EUROPEAN ELECTION VOTE
The European Parliamentary election on 26 May redesigned the political geography: the Populists and Socialists are decreasing, the Greens and Liberals are advancing, while the populist forces are increasing without having conquered the Parliament. Italian voters rewarded the Lega party with 34.33%; stabilized the PD with 22.68%, and reduced the M5S to 17.07% . But the Italian “anomalous vote”, which proved to be the most anti-European, risks isolating the country from the rest of the EU. The countdown to the end of the government will depend on the new balance of power between the Lega and M5S and how they demonstrate their responsibility in the autumn economic manoeuvre. Dialogue must be reestablished in order to restore words, gestures and choices to democracy.