
«Pur nello sconcerto causato dalla sua dipartita, sgorga spontaneamente dai nostri cuori un profondo sentimento di gratitudine a Dio Padre, ricco di misericordia, per il tanto bene ricevuto attraverso il servizio di tutta una vita e per il modo in cui Papa Francesco ha saputo guidare la Chiesa durante il suo pontificato, in comunione e in continuità con i suoi predecessori nello sforzo di mettere in pratica lo spirito e gli orientamenti del Concilio Ecumenico Vaticano II». Così, in una lettera il Superiore Generale della Compagnia di Gesù ricorda Papa Francesco. «Siamo addolorati per la scomparsa di colui che è stato posto al servizio della Chiesa Universale nell’esercizio del ministero petrino per più di 12 anni. Allo stesso tempo, proviamo dolore per la dipartita del nostro amato confratello in questa minima Compagnia di Gesù, Jose Mario Bergoglio. In essa abbiamo condiviso il medesimo carisma spirituale e il medesimo stile di sequela di Nostro Signore Gesù Cristo».
Alle ore 11 di oggi, giovedì 24 aprile, p. Sosa interviene in una conferenza stampa per riflettere sulla vita, il ministero petrino e l’eredità di Papa Francesco. La conferenza stampa è organizzata nell’Aula della Curia Generale della Compagnia di Gesù, in via Borgo Santo Spirito, 4 a Roma e verrà trasmessa online sul canale YouTube della Compagnia di Gesù.
Per Sosa, Papa Francesco «ha mantenuto uno sguardo attento a quanto accadeva nel mondo per offrire una parola di speranza a tutti. Le sue straordinarie Encicliche Laudato si’ e Fratelli tutti non solo rivelano una lucida analisi della situazione dell’umanità, ma, alla luce del Vangelo, offrono anche valide vie per il superamento delle cause delle tante ingiustizie presenti nel mondo e per la promozione della riconciliazione». Per Papa Francesco, ricorda ancora p. Sosa, «il dialogo tra le persone, tra rivali politici o fra religioni e culture, è la strada da seguire, proponendo la pace e la stabilità sociale, al fine di creare ambienti di mutua comprensione, di cura dell’altro e di sostegno solidale».
Già dalle prime parole pronunciate il 13 marzo 2013 in Piazza San Pietro, aggiunge p. Sosa, è possibile trovare due dimensioni chiave del suo ministero: «l’importanza del camminare insieme, Vescovo e popolo, in un cammino di fratellanza, di amore, di fiducia, di speranza; e la centralità della preghiera, soprattutto di quella di intercessione. Il ‘camminare insieme’ si è concretizzato in maniera particolare nella rilevanza data allo sviluppo del Sinodo dei Vescovi e nell’attenzione data alla sinodalità come dimensione costitutiva dell’essere Chiesa, che non sminuisce in nessun modo il Primato di Pietro o la responsabilità episcopale; ma, al contrario, consente di esercitarli in una maniera maggiormente partecipativa da parte di tutti i battezzati, da parte del popolo di Dio in cammino, riconoscendo la presenza e l’azione del Signore nella comunità ecclesiale attraverso lo Spirito Santo».
Durante tutto il suo pontificato, ricorda ancora p. Sosa, concludeva ogni suo intervento, compreso l’Angelus domenicale, con lo stesso invito: “Per favore, non dimenticate di pregare per me”. «Non si è mai stancato di ricordarci che la preghiera nasce dalla fiducia e dalla familiarità con Dio e che in essa possiamo scoprire il segreto della vita dei Santi (cf. Udienza Generale, 28 settembre 2022). Anche nel rivolgersi a noi, suoi confratelli gesuiti, ha sempre insistito sulla priorità di riservare nella nostra vita-missione lo spazio adeguato per la preghiera e per la cura dell’esperienza spirituale».
Papa Francesco, sottolinea p. Sosa, «ci ha indicato quello che possiamo considerare come un elemento essenziale della nostra identità. Quasi come se rispondesse a una domanda implicita su chi è un gesuita, Papa Francesco si è rivolto ai Congregati affermando che “il gesuita è un servitore della gioia del Vangelo”, qualsiasi sia la missione nella quale è impegnato. Da questa gioia scaturisce la nostra obbedienza alla volontà di Dio, l’invio al servizio della missione della Chiesa ed anche i nostri apostolati, insieme alla nostra disponibilità al servizio dei poveri. È questa gioia a dover caratterizzare il nostro modo di procedere, affinché sia “ecclesiale, inculturato, povero, servizievole, libero da ogni ambizione mondana”. L’appello alla gioia che proviene dal Crocifisso-Risorto e dal suo Vangelo, attraverso il quale viene annunciata questa consolante notizia, è stato una costante del pontificato di Papa Francesco. Non a caso molti dei Suoi documenti magisteriali, a cominciare dall’Esortazione Apostolica programmatica del suo pontificato, l’Evangelii Gaudium, contengono già nel titolo stesso questo riferimento alla gioia profonda, per lui imprescindibile».
Il Superiore Generale della Compagnia di Gesù, infine, ricorda «la discreta e costante attenzione di Papa Francesco alla Compagnia di Gesù, alla nostra vita e al nostro apostolato – scrive p. Sosa -. Molti di voi hanno potuto incontrarsi con lui in vari Paesi del mondo, perché sempre riservava un tempo per una condivisione franca e fraterna con i gesuiti che vivevano e lavoravano nei luoghi che egli visitava. Accompagniamo con il nostro cuore e con la nostra preghiera Papa Francesco al suo incontro definitivo con Dio, amore incondizionato e misericordia infinita, il cui volto ci ha mostrato con la sua vita ed il suo magistero».