Questo libro tratta la problematica della possibile maturità dell’esperienza di fede dal punto di vista filosofico, psicologico e spirituale, riprendendo e completando una precedente pubblicazione in proposito, Esperienza religiosa e psicologia. Spesso le difficoltà con cui il credente deve fare i conti non sono puramente spirituali, ma riguardano il proprio vissuto: in quella sede possono nascondersi ferite profonde che, se disattese, possono «esplodere», dando l’impressione che anni di formazione, di studi, di preghiera siano stati inutili, incapaci di raggiungere il cuore della persona. Va analogamente riconosciuto come alcune problematiche, a prima vista marcatamente sessuali, di fatto riflettano questioni di altro tipo, come la stima di sé, la maturità, la capacità di donazione e di vivere relazioni profonde e stabili. Che cosa può apprendere una persona dalle sue caratteristiche, dalla sua storia, circa il modo con cui vive la relazione con Dio? Come educare all’ascolto e alla gratuità accogliente, requisiti essenziali per una esperienza del Signore autentica e personale? Che cosa significa in definitiva «essere maturi»? Un possibile parametro di valutazione può essere individuato nella vita affettiva della persona: a questo tema saranno dedicati i capitoli del libro, esplicitando possibili segni di immaturità e le conseguenti ricadute nell’esperienza di fede. In seguito si cercherà di delineare alcuni elementi propri di un’affettività matura e integrata: accompagnamento psicologico, circa l’equilibrio affettivo e il dominio di sé; accompagnamento spirituale, circa la propria relazione con Dio e la comunità di riferimento; accompagnamento vocazionale, in ordine al riconoscere e rispondere efficacemente al progetto di Dio sulla propria vita. Nelle conclusioni ci si soffermerà sulla componente narrativa dell’esistenza come parametro significativo per la conoscenza di sé, come possibile educazione alla maturità dell’esperienza di fede.
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