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«Quando diventiamo sonnambuli ripetitori di risposte prefabbricate, riempiti di saperi, previsioni e mappe, è importante almeno ricordare a noi stessi che ci fu un tempo in cui le domande erano il contatto (cosciente e folgorante) con la vita più grande di noi». È uomo dalla parola intrigante e dalle citazioni sorprendenti il cardinale-poeta José Tolentino de Mendonça, archivista e bibliotecario di Santa Romana Chiesa. Ma in questo agile breviario della quotidianità lo scopriamo soprattutto come un arguto collezionista di domande. Il volume è infatti una raccolta ampliata della rubrica «La piccola via delle grandi domande», che il porporato portoghese tenne per tre mesi nel 2017 sulla prima pagina di Avvenire. Messe in fila una dietro l’altra e completate da altri brevi testi inediti per l’Italia, queste riflessioni accompagnano il lettore in un viaggio dentro una delle dimensioni fondamentali della vita di fede autentica: la capacità di lasciarsi toccare davvero dagli interrogativi che la vita ci pone davanti.
L’obiettivo dichiarato di questo libro è ricollocare al centro quei fondamentali che sono le grandi domande: chi sono? Da dove vengo? Dove sto andando? Ma per capire, subito dopo, che questi interrogativi recano dentro di sé anche tante questioni solo apparentemente più piccole: perché il passato è andato così? Che cosa fa di noi il denaro? Comprendiamo veramente tutto quello che crediamo di capire? O persino: qual è il vuoto che la passione per il calcio tenta di compensare?
A fare da filo rosso, pagina dopo pagina, è il desiderio di abitare queste domande senza precipitarsi subito a rispondere. Perché, come diceva Plutarco, «bisogna abituarsi a prendere tempo e far trascorrere tra la domanda e la risposta un intervallo che permetta a chi ha posto la domanda di fare, se vuole, qualche precisazione, e che consenta a chi deve rispondere di esaminare bene ciò che gli viene chiesto».
Infatti, più le domande ci portano lontano, più ci accorgiamo che un solo registro – quello della logica razionale – non basta per affrontarle. E allora in questo libro diventa preziosa la capacità dell’autore di spaziare su tutti i registri del linguaggio. Egli chiama a raccolta, per aiutarci, Fernando Pessoa e Woody Allen, Thomas Stearns Eliot e Vincent Van Gogh, Meister Eckhart e Hugo Pratt, Virginia Woolf e Rumi. Senza dimenticare, ovviamente, le grandi domande di Gesù: da quella nascosta nel «Padre nostro» (nella preghiera che il Maestro ci ha insegnato – afferma l’autore – noi non facciamo altro che «domandare al Padre che sia Padre»), fino a quella pronunciata sulla croce: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?».
E allora, recita una delle domande chiave del libro, fin dove dobbiamo essere disposti a spingerci nella fiducia in Dio? «Quello che forse scopriremo – annota l’autore – è che il silenzio di Dio non cessa di essere Dio. Un po’ alla stregua di quello che Sacha Guitry diceva della meravigliosa musica di Mozart: “Il silenzio che segue le note di Mozart è ancora di Mozart”».
In definitiva, questo libro è un percorso che ci sfida a ritornare a fare i conti con ciò che sempre ci supera. «Non so se nella nostra contemporaneità – osserva Tolentino de Mendonça – ci manchino o meno dei maestri. Esistono, forse, ma si esprimono in modo inatteso o scomodo, e semplicemente non vogliamo ascoltarli. Ma quello che so è che, prima o poi, ognuno di noi si ritrova alle prese con la questione della sapienza».
JOSÉ TOLENTINO DE MENDONÇA
Il piccolo libro delle grandi domande
Milano, Vita e Pensiero – Avvenire, 2019, 144, € 13,00.