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Questo libro offre al lettore un excursus sintetico sui principali documenti pontifici, successivi al magistero di san Giovanni Paolo II, con l’obiettivo di segnalare alcuni elementi utili all’aggiornamento del Direttorio Evangelizzare il sociale. Orientamenti e direttive per la pastorale sociale e del lavoro, elaborato dalla Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro nel 1992, per stimolare la pastorale sociale nelle comunità ecclesiali alla luce del Vangelo e della Dottrina sociale della Chiesa (DSC). Oggi, il Direttorio andrebbe ripensato e integrato, prendendo in considerazione gli spunti offerti dai documenti Caritas in veritate, Evangelii gaudium (EG), Laudato si’ e Fratelli tutti, nonché dall’esortazione apostolica Laudate Deum.
Attraverso questo saggio, suddiviso in 10 capitoli, mons. Mario Toso, vescovo di Faenza-Modigliana, permette al lettore di trovare nei documenti sociali della Chiesa uno sprone per ripensare l’impegno politico dei cattolici e «abbondanti stimoli nel considerare come i pontefici abbiano di fatto approfondito quel grembo spirituale, teologico, pastorale e culturale che è necessario per la rinascita della democrazia contemporanea» (p. 7).
Di fronte alla complessità delle sfide globali attuali, dal libro emerge l’urgente necessità di una nuova evangelizzazione del sociale, orientata alla realizzazione del bene comune, che possa aiutare il mondo a elaborare un nuovo pensiero e una nuova politica. Elemento essenziale di questa evangelizzazione è la DSC, che può stimolare i credenti a operare nella vita sociale, in modo che sia rispettata e promossa la dignità di ogni persona, a partire dai più deboli.
In modo chiaro e scorrevole, l’A. esemplifica poi il nesso tra evangelizzazione e DSC, senza la quale «è difficile cambiare profondamente il mondo, trasmettere i valori evangelici e incarnarli nelle istituzioni sociali e politiche, lasciare qualcosa di migliore dopo il nostro passaggio sulla terra» (p. 9). L’opera di evangelizzazione della Chiesa, infatti, trova uno strumento nella DSC, che sollecita una fede vissuta come servizio alla persona e alla società nei vari ambiti e a tutti i livelli (comunità ecclesiale, famiglia, scuola, imprese, amministrazione pubblica, politica). La fede è il frutto dell’incontro con Cristo, è partecipare alla sua opera di salvezza, perché in lui, redentore di tutti gli uomini senza distinzione alcuna, si realizza la misura perfetta dell’umanità fraterna, relazionale, sociale e solidale.
Partendo dalla Caritas in veritate, che si può considerare il manifesto della nuova evangelizzazione del sociale, l’A. si sofferma sulla consapevolezza di Benedetto XVI circa l’urgenza di un nuovo umanesimo per orientare l’attuale processo di globalizzazione verso il bene di tutti gli uomini. Prosegue analizzando l’apporto di papa Francesco, che pone a fondamento dell’evangelizzazione del sociale il fatto che il contenuto del Vangelo è sociale e ci insegna che nel fratello troviamo il prolungamento dell’Incarnazione per ciascuno di noi. Pertanto, la Chiesa «è missionaria per natura; così sgorga inevitabilmente da tale natura la carità effettiva per il prossimo, la compassione che comprende, assiste e promuove» (EG 179).
La parte conclusiva del libro è dedicata alle difficoltà incontrate dal mondo cattolico nel concepire una partecipazione democratica più attiva, più «samaritana», che non escluda nessuno e sostenga i più deboli, perché «la democrazia rinascerà eticamente, culturalmente, se si incentrerà sempre più su un umanesimo trascendente e comunitario, bypassando un umanesimo transumano; se saprà valorizzare i più poveri» (p. 144). Questo impegno dei fedeli «si attua come risposta ad una vocazione umana e cristiana alla politica, per servire il bene comune, per dare risposte coerenti e durature alle attese dei cittadini, vivendo, giorno dopo giorno, quell’amore pieno di verità, “caritas in veritate”, che Cristo dona ad ogni credente tramite il suo spirito» (pp. 148 s).