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Vissuto fra il 1931 e il 2023, il greco John D. Zizioulas, metropolita di Pergamo, è stato un teologo di fama internazionale. Docente in varie università, ha rappresentato la Chiesa ortodossa in diversi consessi, in particolare in quelli finalizzati al dialogo ecumenico. Autore prolifico, ha lasciato numerosi scritti, tra i quali spicca per importanza questo ampio volume pubblicato postumo. Esso si apre con una Prefazione di papa Francesco, che fu amico personale del metropolita, del quale scrive: «Zizioulas evitava il pericolo di fissare lo sguardo su un passato che è capace di renderci prigionieri, prigionieri soprattutto dei vecchi errori, dei tentativi falliti, accumulando inutili cose negative, favorendo il radicamento della diffidenza» (pp. 7 s).
In effetti, come testimonia con chiarezza quest’opera, la mente e il cuore dell’A. erano rivolti verso il futuro e, di conseguenza, si comprende bene perché l’escatologia occupi un posto centrale e privilegiato nella sua profonda riflessione teologica. A questo proposito, afferma Maxim Vasiljević nella Presentazione: «Per gli ultimi dieci anni, durante le mie visite con i confratelli al metropolita John ad Atene, […] egli avrebbe sottolineato che il suo libro era scritto per quelli che hanno accettato il fatto della risurrezione di Cristo e sono interessati alle conseguenze “logiche” derivanti dall’accettazione di questo fatto: credo ut intelligam» (p. 10). È in tale contesto che si situa l’espressione molto cara a Zizioulas, secondo cui «il futuro precede il passato». Essa fa comprendere il motivo per cui, a suo giudizio, tutta la teologia cristiana si presenta come una grande ermeneutica della risurrezione.
Il libro, composto di cinque capitoli, preceduti da un’ampia Introduzione, contiene anche una ricca bibliografia, un indice scritturistico e un indice dei nomi. Zizioulas reinterpreta l’intera dottrina cristiana alla luce dell’ontologia escatologica, soffermandosi in particolare sulla creazione, sulla caduta e sul problema del male, sul giudizio finale e sul tempo liturgico. Tutte le verità del cristianesimo vengono guardate attraverso la lente dell’eschaton, e anche l’etica evangelica è orientata da e verso la dimensione escatologica. Ed è proprio nell’ambito morale che risalta appieno la novità del pensiero di Zizioulas, il quale sostiene che «l’essenza morale dell’escatologia è l’amore, perché l’escatologia riguarda la risurrezione, l’abolizione della morte» (p. 74). Egli cita le parole del filosofo francese Gabriel Marcel, secondo cui amare l’altro significa dirgli: «Tu non morirai».
La fede in Cristo chiede al credente di interpretare la vita alla luce del mistero pasquale, ossia di comprenderla tenendo presenti le conseguenze che l’escatologia produce nel presente. A questo proposito, afferma ancora papa Francesco: «L’eschaton bussa alla porta della nostra vita quotidiana, cerca la nostra collaborazione, scioglie le catene, libera la transizione verso una vita buona. Ed è al cuore del canone eucaristico che, per Zizioulas, la chiesa “fa memoria del futuro”, compiendo, come fa lui nei capitoli di questo libro, una dossologia a “Colui che viene”, una teologia che egli ha scritto in ginocchio, nell’attesa» (p. 8).