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Giovanni Battista Nasalli Rocca di Corneliano nacque a Piacenza nel 1872. A ventitré anni fu consacrato prete da monsignor Giovanni Battista Scalabrini, che è stato canonizzato da papa Francesco nel 2022. Nel 1907 divenne vescovo di Gubbio. Quattordici anni più tardi, nel novembre del 1921, fu nominato arcivescovo di Bologna; il 15 gennaio del 1922 prese possesso della diocesi e il 23 maggio Pio XI lo elevò alla dignità cardinalizia. Nella città felsinea morì nel 1952, al termine di un lungo e significativo servizio episcopale. Alla figura dell’alto prelato piacentino, fino ad oggi non adeguatamente conosciuta e studiata, è dedicato questo libro, frutto dall’attività della «Fondazione per le scienze religiose Giovanni XXIII».
Nel volume, che accoglie 10 saggi di altrettanti qualificati studiosi, vengono ricostruite con grande attenzione la personalità e l’opera di Nasalli Rocca, tenendo costantemente presente lo sfondo ecclesiale e sociopolitico nel quale esse si collocarono. Non per caso il primo intervento, opera di Giovanni Vian, si intitola «Il contesto della Chiesa italiana nella prima metà del Novecento». Il secondo saggio, scritto da Gianmarco Braghi, è centrato sugli anni della formazione del giovane religioso piacentino; quello di Maria Lupi verte sull’episcopato eugubino; quello di Nicla Buonasorte sui rapporti tra Chiesa bolognese e fascismo. Massimiliano Proietti discute intorno alla riforma del Breviario pensata dal cardinale. L’intervento di Umberto Mazzone è dedicato alla dimensione umana e pastorale di Nasalli Rocca; quello di Paolo Trionfini è incentrato sulla questione dei rapporti tra l’arcivescovo e il movimento cattolico bolognese. Gabriella La Mendola propone un’interpretazione delle omelie e delle lettere del pastore piacentino. Riccardo Burigana si sofferma sulla «Settimana pro unione» che si svolse a Bologna nel settembre del 1948. Il libro si conclude con un saggio di Giovanni Turbanti che esamina la questione dei rapporti intercorsi, negli anni della ricostruzione, fra l’arcivescovo e la città a grande maggioranza comunista.
Giovandosi della possibilità di leggere documenti sino a poco tempo fa non consultabili, i vari autori sono stati in grado di ritrarre con grande precisione la personalità di Nasalli Rocca. Senza trascurare quanto era già emerso dalle ricerche svolte in passato – per esempio, l’affabilità rimasta nel cuore di tutti coloro che lo conobbero, il profondo amore per i preti e l’ardente devozione alla Madonna –, l’ulteriore materiale che i vari studiosi hanno avuto a disposizione ha permesso loro di affrontare vari temi non ancora approfonditi, tra i quali quello dei rapporti fra l’arcivescovo e il fascismo. Dopo aver sottolineato il fatto che Nasalli Rocca visse in un’epoca assai difficile, l’attuale arcivescovo di Bologna Matteo Zuppi scrive nella Prefazione: «Le sue intuizioni pastorali e la sua vicinanza alla quotidianità della gente […] ci sono di stimolo a voler bene alla Chiesa e a conoscerne con attenzione la storia, per andare incontro al nostro prossimo e prepararci al futuro» (p. 14).